I padri di Mondo Marcio, Jake La Furia e Achille Lauro fondano il “legal rap” e dissano i figli

Ci sono i figli d’arte e i “padri d’arte” (poi ci sono i figli d’androcchia, ma questo è un altro discorso). E’ il caso dei padri dei famosi rapper Mondo Marcio, Jake La Furia e Achille Lauro.

I tre padri d’arte, che militano nel campo della magistratura e affini, stufi di sentir parlare i propri figli di droga e malavita nelle loro canzoni, hanno deciso di rispondergli per le rime fondando il genere cosidetto “legal rap“.

Nel “legal rap” gli argomenti trattati sono totalmente opposti a quelli del “gangsta rap“. Nei testi delle canzoni vengono infatti narrate storie di persone integerrime, che vivono nella piena legalità, esempi di vita onesta e senza macchia. Tutto il contrario di ciò che per anni i loro figli hanno narrato nello loro canzoni, ovvero storie di vita di strada che hanno come protagonisti spacciatori, criminali e puttane.

Il primo singolo sarà appunto una rivisitazione della famosa “Vida Loca” di Jake La Furia. Il titolo sarà “Vida poca” e parla della vita di un uomo che non fa niente di interessante, tutto casa e lavoro, domenica a messa e la sera a letto presto.

Un altro pezzo è stato scritto interamente dal padre di Mondo Marcio ed è uno storytelling raccontato in prima persona dal poliziotto che ha fermato proprio Mondo Marcio mentre spacciava.

Il padre di Achille Lauro invece si è concentrato sulla famosa frase del figlio “Ho avuto 30 motorini neanche uno mio…” e ha scritto un pezzo in collaborazione con la motorizzazione civile di Roma che spiega passo passo come completare l’acquisto di un motoveicolo in piena regola.

 

 

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